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Il movimento dell'antiformalismo giuridico risulta indissolubilmente legato ad uno dei periodi più convulsi e tormentati della storia europea, quale quello della Repubblica di Weimar. Tale esperienza, unica per drammaticità e stimoli intellettuali, racchiude in sé tutte le aporie e le contraddizioni, che da sempre accompagnano il progetto giuridico-filosofico moderno. Ma la domanda fondamentale attorno a cui ruota il dibattito weimariano può essere riassunta nei termini seguenti: com'è possibile ricostruire l'unità politica in una società lacerata da innumerevoli contraddizioni? Ecco il filo rosso che lega la riflessione di Erich Kaufmann, Hermann Heller e Carl Schmitt, esponenti di spicco di quella "comunità di combattenti", nella quale si arruolarono altrettanto illustri giuristi e filosofi loro contemporanei. Il minimo comune denominatore di tale "comunità" era rappresentato appunto dalla pars destruens del positivismo giuridico, cioè della linea di pensiero Gerber-Laband-Jellinek, e soprattutto dell'ultimo epigono di tale tradizione giuridica, il teorico del diritto puro, il neokantiano Hans Kelsen.